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Palazzo Ducale. Piano terra: Gipsoteca

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All’entrata della Gipsoteca, è collocato il busto di Carlo Magenta, che ebbe un ruolo importante nella costituzione del Museo.
Quadro della seconda metà del XVII secolo con una veduta della CertosaSulla parete destra, è una veduta a volo d'uccello del complesso certosino, opera di artista lombardo, datato circa alla metà del secolo XVII.
Originale e calco del Cristo compiantoProseguendo sul lato sinistro è il gruppo scultoreo di Antonio Della Porta detto il Tamagnino (prima metà del XVI sec.), raffigurante il Compianto di Cristo. Fino al 1896, l’opera era collocata entro la lunetta del portale occidentale del chiostro grande come pendant della Madonna del portale orientale. Oggi è conservata nel Museo, a confronto con la sua copia in gesso realizzata dalla seconda metà del XIX secolo. 
DSCN4653Di fronte è possibile ammirare i quattro calchi (eseguiti da Edoardo Pierotti nella seconda metà del XIX secolo) dei pannelli in marmo inseriti nel pronao della facciata della Certosa. Queste lastre illustrano alcuni degli episodi più significativi della storia dell’ordine certosino e della Certosa pavese: l'Approvazione della regola certosina, la Fondazione della Certosa (1396), la Traslazione delle ceneri di Gian Galeazzo e la Consacrazione della chiesa (1497).
DSCN4656Proseguendo la visita sul lato destro si incontrano i calchi (si veda in particolare il grande arco) tratti dal monumento funebre di Gian Galeazzo Visconti, opera di Gian Cristoforo Romano, collocato nel transetto destro della chiesa.
D0197485A sinistra, un altro splendido calco dello stesso monumento visconteo, con scena di battaglia.
p. terra - gipsoteca28Prendendo il percorso a destra nella Gipsoteca, si incontrano i raffinati calchi ottocenteschi realizzati dai Pierotti a partire dai rilievi originari di Agostino Busti detto il Bambaia, conservati presso la Pinacoteca Ambrosiana di Milano.
p. terra - gipsoteca25Seguono i calchi in gesso di due splendidi candelabri in bronzo di Annibale Fontana (gli originali sono posti nella basilica) e di un crocifisso dello stesso autore. 
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Sulla parete destra, sono collocati calchi policromi delle lesene dell’ordine inferiore della facciata della Certosa, decorate da vasi e ornamenti vegetali e animali. 
1.a calco del monum. funebre di Ludovico il Moro e Beatrice d'Este del transetto sinistro della chiesa della CertosaSempre sulla destra della Galleria che ospita la Gipsoteca, si apre una porta che conduce alla Saletta Beltrami, nella quale è contenuto il calco tratto dal monumento funebre di Ludovico il Moro e Beatrice d'Este, realizzato da Edoardo Pierrotti e dalla "Ditta Pierotti formatori in Milano" e posto su un basamento realizzato in occasione del primo allestimento del Museo da parte dell'architetto Luca Beltrami (1911). L'originale in marmo di Cristoforo Solari (1497) si trova attualmente nel transetto sinistro della chiesa. 
3.calco del Lavabo del transetto destro della chiesa della Certosa
La Saletta Beltrami ospita anche il calco in gesso del portale del transetto destro, il calco che riproduce la prima finestra a destra del portale della facciata della Certosa e il calco che riproduce l'architrave della prima finestra a destra della facciata. 
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Usciti dalla Saletta Beltrami, di fronte è esposto il calco in gesso del grande Compianto sul Cristo morto, opera dei Mantegazza, che funge da pala sull'altare del Capitolo dei Fratelli.
DA197482Proseguendo sulla destra sono collocati a parete ai lati della porta di ingresso per il piano superiore i calchi in gesso delle lesene del pronao della facciata della chiesa, con Episodi della vita di San Giovanni Battista (foto), San Siro e Sant’Ambrogio.
Cristo in pietà tra la Madonna e San Giovanni EvangelistaLungo il percorso di destra della gipsoteca, si osservano i calchi in gesso delle formelle con angeli del Chiostro grande e a seguire quelli delle splendide lunette situate sopra la porta di passaggio fra il transetto destro e il Chiostro piccolo.
Lunetta di AmadeoSolo nel Museo è possibile il confronto tra le due lunette quattrocentesche: l'espressiva Pietà dei Mantegazza e la più classica composizione dell'Amadeo. 
DSCN4956Seguono i calchi in gesso tratti dai bellissimi rilievi in cotto del Chiostro piccolo e Chiostro grande della Certosa. Alcuni di essi sono stati realizzati unendo polvere di mattone al gesso per simulare il colore della terracotta, a dimostrazione della sensibilità dei formatori nei confronti della cromia originaria.
D0702387Giunti in fondo al percorso di destra della Gipsoteca, si incontra la grande riproduzione in gesso della statua di Giuditta con la testa di Oloferne, opera di Taddeo e Giovanni Orsolini, situata sul contrafforte nel lato sud della facciata.
p. terra - gipsoteca20Sulla stessa parete seguono i numerosi calchi dei tondi del basamento della facciata, raffiguranti personaggi storici e mitici dell’antichità classica.
p. terra - gipsoteca23Al centro della Galleria, verso il lato nord, è collocato il calco in gesso del primitivo altare maggiore della Certosa, oggi situato nella Chiesa di San Martino a Carpiano, dove fu trasportato nel 1567.
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Situato sulla parete di fondo della Galleria di San Bruno si trova l'affresco di Giovanni Mauro della Rovere (detto il Fiammenghino), raffigurante Cristo come fons Vitae, databile circa al 1615-20, entro un colonnato che, con un ardito scorcio prospettico, idealmente prosegue oltre le pareti della stanza. Cristo fa scaturire dalle piaghe aperte sulle mani, sui piedi e nel costato un flusso di sangue che diviene fonte di vita eterna, così come viene raffigurato nelle miniature tardo medievali o in dipinti del Nord Europa. Accanto a Cristo sono due profeti, a sinistra re Davide con la cetra, a destra Isaia.
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Proseguendo la visita della Gipsoteca sul lato opposto a quello già percorso, si incontrano i calchi dei rilievi originali della facciata, partendo dal basso e procedendo gradualmente verso l'alto. Si tratta spesso di rilievi difficilmente visibili da terra.
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I calchi in gesso (realizzati in occasione del restauro della facciata nel 1903-1919) ne permettono invece una visione ravvicinata, che consente di apprezzare le differenze stilistiche delle diverse mani che lavorano alla decorazione della facciata.

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Questi calchi, oltre ad essere pezzi unici spesso di eccezionale bellezza e finezza esecutiva, possono assumere anche un valore documentario in quanto testimoniano lo stato conservativo degli originali all'epoca della loro realizzazione.