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Quinta cappella a destra

Altare di San Siro

certosa di pavia-7663-13


N.CAT.GEN.:
0300197200
LIV.:
0
Materia e tecnica:
marmi policromi
Autore:
bottega lombarda
Dimensioni:
cm 600 x 315 x 135
Datazione:
1660 - 1664 ca.
Descrizione breve:
Gli altari della quinta cappella a destra e sinistra sono molto simili, realizzati probabilmente dalle stesse maestranze. Quello di San Siro venne riconsacrato il 27 o 28 ottobre 1667 da Girolamo Melzi, che lo dotò di reliquie dei Santi Stefano protomartire, Maccario abate e Geronimo confessore. Le colonne sono fatte di marmo nero antico.
Bibliografia:
1600 Manoscritto Braidense [Matteo Valerio et alii], Memorie della Certosa di Pavia, Milano, Biblioteca Braidense, AD.XV.12.20, prima metà XVII sec. (vedi ediz. R. Battaglia, 1992).
1897 C. Magenta, La Certosa di Pavia, Milano, Fratelli Bocca, 1897, p. 283.
1954 G. Chierici, Guida della Certosa di Pavia, Roma, C. Colombo, 1954, pp. 26-27.
1986 B. Fabjan, Le ancone quattrocentesche sugli altari della Certosa di Pavia, in Perugino, Lippi e la Bottega di San Marco alla Certosa di Pavia, 1495-1511. Pinacoteca di Brera. Milano, catalogo della mostra, a cura di B. Fabjan, Firenze, Cantini edizioni d'arte, 1986, p. 24.
1992 R. Battaglia, Le "memorie" della Certosa di Pavia [Manoscritto Braidense], in "Annali della Scuola Normale Superiore di Pisa", classe di Lettere e Filosofia, s. III, vol. XXII, I, 1992, p. 133.

Paliotto
monogramma cristologico entro girari (al centro); simboli e arredi liturgici (ai lati)

 _MG_9877


N.CAT.GEN.:
0300197200
LIV.:
1
Materia e tecnica:
marmi policromi
Autore:
Sacchi Carlo Battista (esecutore dell'intarsio) - Orsolino Tommaso (attribuito) (esecutore delle fasce laterali scolpite)
Dimensioni:
cm 101 x 182
Datazione:
1664
Descrizione breve:
Insegne ecclesiastiche: mitria, pastorale, croce, omophorion, pianeta, dalmatica, ostensorio, turibolo, calice, cantaro, anfora liturgica, chiavi di San Pietro.
Il paliotto dell'altare di San Siro, patrono di Pavia, venne realizzato nel 1664. Esso presenta una decorazione a girari con al centro il monogramma cristologico. Secondo il Manoscritto della Biblioteca Braidense, l'autore dell'opera sarebbe Giovanni Battista Sacchi, ma in realtà si tratta di Carlo Battista. Ai lati del riquadro a intarsio sono poste due fasce marmoree scolpite a bassorilievo con candelabre a grottesca in cui si inseriscono ornamenti episcopali, opera di Tommaso Orsolino (che li riproduce in modo quasi identico nell'altare di San Siro del Duomo di Pavia). A sinistra vi sono a partire dall'alto la mitria, il pastorale e la croce sopra la cesta dei viveri, il mantello vescovile per le ceremonie solenni (omophorion), la pianeta, la dalmatica e ostensori, turiboli e croci; a destra invece il calice con l'ostia, il paniere con i pani e i pesci che San Siro avrebbe porto a Cristo in occasione del miracolo della Moltiplicazione, il libro delle Sacre Scritture tra cantari e anfore liturgiche e infine una campana accompagnata dalle chiavi di San Pietro, il quale secondo la Cronyca Sancti Siri avrebbe portato il giovane Siro nel suo viaggio in Italia per diffondere il Vangelo e lo avrebbe consacrato primo vescovo di Pavia.
Bibliografia:
1600 Manoscritto Braidense. [Matteo Valerio et alii], Memorie della Certosa di Pavia, Milano, Biblioteca Braidense, AD.XV.12.20, prima metà XVII sec. (vedi ediz. R. Battaglia, 1992).
1897 C. Magenta, La Certosa di Pavia, Milano, Fratelli Bocca, 1897, p. 283.
1968 R. Bossaglia, La scultura, in M. G. Albertini Ottolenghi, R. Bossaglia, F. R. Pesenti, La Certosa di Pavia, Milano, Cassa di Risparmio delle Provincie Lombarde, 1968, p. 70.
1992 R. Battaglia, Le "memorie" della Certosa di Pavia [Manoscritto Braidense], in "Annali della Scuola Normale Superiore di Pisa", classe di Lettere e Filosofia, s. III, vol. XXII, I, 1992, p. 133.
2006 P. Delpero, I Volpini, una famiglia di scultori tra Lombardia e Baviera, secoli XVII-XVIII, in "Annali dell'Istituto italo-germanico in Trento", 44, Bologna, Il Mulino, 2006, p. 67.
2006 C. Napoleone, in Certosa di Pavia, progetto e cura artistica di F. M. Ricci, Parma, Grafiche Step editrice, 2006, p. 116, n. 180.

Pala d'altare
San Siro in trono fra Santo Stefano, Sant'Invenzio, San Teodoro e San Lorenzo


 SBAS MI 089872 CE


N.CAT.GEN.:
0300702325
Materia e tecnica:
tempera su tavola
Autore:
Ambrogio da Fossano detto Bergognone (attribuito)
Dimensioni:
cm 280 x 168
Datazione:
1491
Descrizione breve:
Personaggi: Santo Stefano; Sant'Invenzio; San Siro; San Teodoro; San Lorenzo.
La pala ancora oggi posta sull'altare della quinta cappella a destra rappresenta una sacra conversazione: protagonista è San Siro, patrono di Pavia, a cui è dedicata la cappella. Al suo fianco compaiono due diaconi e due vescovi: da sinistra, Santo Stefano martire, riconoscibile per la presenza delle pietre con cui venne lapidato; i vescovi pavesi Invenzio e Teodoro, con una preziosa mitria sul capo al pari di San Siro; infine San Lorenzo che, come sempre accompagnato dalla graticola del martirio, legge da un libro e tiene in mano la palma del martirio. Sulla sua dalmatica compare il monogramma cristologico, dal quale si spandono raggi dorati. L'ambiente è illuminato dai raggi del sole ormai ai tramonto, espediente che permette al pittore di indugiare su particolari come il basamento del trono di San Siro, le ricche vesti dei personaggi e l'architettura, quasi interamente occupata dalle figure che sembrano dilatarsi nello spazio fino a invaderlo interamente. "Il Fossano fece l'ancona di San Siro, santo Stefano, san Lorenzo, et doi vescovi scudi n. 140". Così le seicentesche "Memorie" della Certosa di Pavia attestano l'attribuzione al Bergognone della pala, realizzata nel 1491. La paternità bergognonesca, da sempre fondata sulle notizie documentarie, è stata messa in dubbio da alcuni studiosi (G. Romano, R. Battaglia), che tendono a separare questa pala dal gruppo di ancone realizzate dal Bergognone per la Certosa, ravvisandovi caratteri peculiari e diversi: in particolare, la prospettiva fortemente scorciata dal basso, il "gigantismo delle figure", l'espressività dei volti e la lucentezza delle vesti sarebbero inimmaginabili senza il modello offerto da Bramante e Bramantino negli affreschi di casa Visconti Panigarola e nell'Argo del Castello Sforzesco di Milano. L'autore dell'ancona andrebbe individuato allora non nel Bergognone in persona, bensì nel "maestro bramantesco" identificato da R. Battaglia (1988; 1998) con quel Pietro da Velate citato nei documenti della Certosa come autore delle tarsie del coro dei monaci. I più recenti studi hanno però ribadito la paternità bergognonesca, pur ravvisando nel dipinto quella peculiare enfasi espressiva e prospettica che aveva fatto dubitare della sua paternità. M. Pavesi (2009) ipotizza che tali picchi espressivi siano dovuti a un collaboratore (forse lo stesso fratello di Ambrogio, Bernardino Bergognone), che avrebbe affiancato il maestro nella realizzazione della pala. M. G. Albertini Ottolenghi (2010), dopo aver ridimensionato la figura del da Velate, propone di identificare il "maestro bramantesco" con il cognato del Bramantino, Cristoforo de Vulpis, e ipotizza che "le impennate di stile e prospettiche" presentate dalla pala, che rimarrebbe del Bergognone, sarebbero dovute proprio alla presenza del de Vulpis e forse dello stesso Bramantino in Certosa attorno al 1490.
Bibliografia:
1600 Manoscritto Braidense. [Matteo Valerio et alii], Memorie della Certosa di Pavia, Milano, Biblioteca Braidense, AD.XV.12.20, prima metà XVII sec. (vedi ediz. R. Battaglia, 1992).
1777 F. Bartoli, Notizia delle pitture, sculture, ed architetture, che ornano le chiese, e gli altri luoghi pubblici di tutte le più rinomate città d'Italia e di non poche terre, castella, e ville d'alcuni rispettivi distretti, Venezia, 1777, vol. II, p. 66.
1897 C. Magenta, La Certosa di Pavia, Milano, Fratelli Bocca, 1897, p. 282.
1907 L. Beltrami, La Certosa di Pavia, storia e descrizione, Milano, Ulrico Hoepli, 1907, pp. 155-158.
1954 G. Chierici, Guida della Certosa di Pavia, Roma, C. Colombo, 1954, p. 26.
1960 A. Ottino Della Chiesa, Ambrogio da Fossano, in Dizionario Biografico degli Italiani, Roma, Istituto della Enciclopedia Italiana, vol. 2, 1960, p. 716.
1968 F. R. Pesenti, La pittura, in M. G. Albertini Ottolenghi, R. Bossaglia, F. R. Pesenti, La Certosa di Pavia, Milano, Cassa di Risparmio delle Provincie Lombarde, 1968, p. 82.
1986 B. Fabjan, Le ancone quattrocentesche sugli altari della Certosa di Pavia, in Perugino, Lippi e la Bottega di San Marco alla Certosa di Pavia, 1495-1511. Pinacoteca di Brera. Milano, catalogo della mostra, a cura di B. Fabjan, Firenze, Cantini edizioni d'arte, 1986, p. 24.
1988 R. Battaglia, in Pittura a Pavia dal romanico al Settecento, a cura di M. Gregori, Milano, Cassa di risparmio delle province lombarde, 1988, p. 226.
1992 R. Battaglia, Le "memorie" della Certosa di Pavia [Manoscritto Braidense], in "Annali della Scuola Normale Superiore di Pisa", classe di Lettere e Filosofia, s. III, vol. XXII, I, 1992, pp. 132-133, 152.
1993 M. Tanzi, Pavia, in La pittura in Lombardia. Il Quattrocento, Milano, Electa, 1993, p. 124.
1998 A. del Giudice, scheda n. 38, in Ambrogio da Fossano il Bergognone. Un pittore per la Certosa, catalogo della mostra, Milano, Skira, 1998, pp. 226-227.
2003 L. Giordano, La Certosa di Pavia, in Lombardia rinascimentale. Arte e architettura, a cura di M. T. Fiorio e V. Terraroli, Milano, Skira, 2003, p. 118.
2006 S. Buganza, in Certosa di Pavia, progetto e cura artistica di F. M. Ricci, Parma, Grafiche Step editrice, 2006, p. 114, n. 168.
2007 G. Romano, Un seminario su Bramantino, in Concorso. Arti e Lettere, I, 2007, pp. 39-69.
2009 M. Pavesi, Ambrogio Bergognone e l'Opinio di Bramante per il Duomo di Milano, in "Arte lombarda", 157, 2009, n. 3, pp. 6-7 nota 4.
2010 M. G. Albertini Ottolenghi, Tracce bramantinesche alla Certosa di Pavia, in Studi in onore di Francesca Flores D'Arcais, a cura di M. G. Albertini Ottolenghi e M. Rossi, Milano, Vita e Pensiero, 2010, pp. 121-125.
2011 G. Romano, Problemi aperti sul Bramantino, in Rinascimento in Lombardia. Foppa, Zenale, Leonardo, Bramantino, Milano, Feltrinelli, 2011, pp. 213-214.

Dipinto murale
Patriarchi

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N.CAT.GEN.:
0300702326
Materia e tecnica:
intonaco/ pittura a fresco
Autore:
De Mottis Iacopino
Dimensioni:
cm 515 x 507
Datazione:
1491
Descrizione breve:
Personaggi: Abramo; Giacobbe; Isacco; Giuseppe.
La volta è decorata con un motivo a candelabre quattrocentesco, a cui si sono aggiunte nel Seicento le "tabule" con iscrizioni poste sotto le figure dei tondi. Si tratta dei quattro patriarchi, identificati dai cartigli: Abramo, Giacobbe, Isacco e Giuseppe. Essi sono inseriti in altrettanti oculi prospettici che sembrano aprirsi sul cielo. Sono opera di Iacopino de Mottis, che secondo i documenti dovette dipingerli nel 1491. Evidente è l'influenza bramantesca, soprattutto per il tentativo di resa monumentale delle figure.
Bibliografia:
1600 Manoscritto Braidense. [Matteo Valerio et alii], Memorie della Certosa di Pavia, Milano, Biblioteca Braidense, AD.XV.12.20, prima metà XVII sec. (vedi ediz. R. Battaglia, 1992).
1897 C. Magenta, La Certosa di Pavia, Milano, Fratelli Bocca, 1897, p. 283.
1990 C. Pirina, De Mottis, in Dizionario biografico degli italiani, Roma, Istituto della Enciclopedia Italiana, vol. 38, 1990, p. 671.
1992 R. Battaglia, Le "memorie" della Certosa di Pavia [Manoscritto Braidense], in "Annali della Scuola Normale Superiore di Pisa", classe di Lettere e Filosofia, s. III, vol. XXII, I, 1992, pp. 152, 182.
1997 S. Buganza, Bernardo Zenale alla Certosa di Pavia, in "Nuovi Studi", II, 4, 1997, p. 115 e nota 58.
2006 S. Buganza, in Certosa di Pavia, progetto e cura artistica di F. M. Ricci, Parma, Grafiche Step editrice, 2006, p. 114, n. 169-170.
2010 A. Ballarin, V. Incursione nel polittico di Treviglio e nella cronologia delle opere di Butinone e Zenale, in Leonardo a Milano. Problemi di leonardismo milanese tra Quattrocento e Cinquecento. Giovanni Antonio Boltraffio, prima della pala Casio, Verona, Aurora stampa, 2010, vol. 1, pp. 716-717.